PREGHIERA

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E’ inevitabile che il termine evochi ritualità religiose, ma, come già anticipato in altra parte,  l’argomento religione non viene considerato  non perché estraneo all’egoismo, tutt’altro, ma perché ci porterebbe troppo lontano. Lo sfioro solo per esprimere il personale  e volutamente sbrigativo punto di vista. Da buon pragmatico ed in linea con quella che ho definito come la prima legge, cioè l’egoismo, giustifico le religioni unicamente come costruzioni della mente umana elaborate  per darsi risposte o certezze sui tanti perché della vita insomma come  stratagemma per infondersi sicurezza. Ma il mondo trascendentale, peraltro governato da una serie di religioni ed una varietà invidiabile di sette, non è l’unico in cui rifugiarsi; l’uomo, una volta liberatosi dall’infanzia delle favole e delle leggerezze, è stato capace di inventarsi una miriade di stratagemmi, dall’astrologia alla parapsicologia, alla cartomanzia, all’ufologia ecc. Essendo nato in una zona di questa terra non asservita a religioni che si prestino ad interpretazioni massimaliste, ed in linea con il mio credo (ciò che interessa l’uomo nell’arco di tutta la sua esistenza  è il proprio benessere e l’armoniosa coesistenza con gli altri esseri umani) , sono costretto a credere: non arreco problemi a nessuno ed in fondo uno spazio riservato all’interiorità non fa mai male.
Pertanto si affronterà l’argomento con specifico riferimento ai rapporti umani.

Richiamiamo per comodità i possibili tipi di rapporto che possono intercorrere tra due persone: 1) commerciale-professionale; 2) di lavoro; 3) di amicizia; 4) di conoscenza; 5) di amore; 6) di parentela. Nonostante la estrema varietà di approccio che caratterizza tutti i tipi di rapporto è tutt’altro che raro udire frasi del genere: ti/la prego di questo favore (sconto, urgenza di consegna, prestito denaro, rinvio scadenza data, assunzione, concessione permesso, richiesta di compagnia, di amore, di solidarietà, di aiuto vario, di regalo ecc.). Non c’è limite alla fantasia. Così, in relazione all’egoismo ed alla sensibilità del singolo, la preghiera può esternarsi da mai a quotidianamente. C’è chi, come chi scrive è orgoglioso e sensibile, difficilmente si affiderà alla preghiera per ottenere un favore o un aiuto da chicchessia. Per una siffatta persona infatti la preghiera corrisponde già ad un calo di dignità, se poi la risposta attesa fosse negativa a questo si sommerebbe il secondo evento negativo: la prostrazione. Meglio è sperare  intimamente in qualcuno altrettanto sensibile che, percependo l’urgenza e l’importanza della cosa, presti il proprio aiuto anche senza riceverne richiesta.  Detta diversamente, se il destinatario della preghiera è un amico, anche un conoscente o una persona sensibile ed ego1, la preghiera sarà superflua perchè la persona si attiverà (o dovrebbe farlo) comunque. Se invece il destinatario è insensibile o ego2/3 la preghiera risulterà infruttuosa. C’è chi, al contrario, forte del contributo  fondamentale  del proprio ego pratico e della scarsa sensibilità, non si pone mai problema alcuno a chiedere, pregando, di tutto e di più.

E’ evidente che l’egoismo c’entri in ambo i casi, e naturalmente in campo squisitamente religioso.

PRESUNZIONE

Si definisce con tale termine l’arrogante pretesa, ovvero la certezza, di conoscere qualcosa, la risposta ad un determinato perché, la spiegazione di un fenomeno ecc. Si distingue dalla più semplice convinzione, che rappresenta il primo step,  per il non secondario particolare che nel presuntuoso si innesca l’ulteriore pretesa di volere o dovere convincere gli altri.

Le più straordinarie e fantasiose convinzioni proliferano nel mondo politico, in campo religioso ed in genere in tutti quei settori nei quali può essere arduo dimostrare l’inesattezza o la debolezza della convinzione palesata.

Se qualcuno asserisce di essere la persona più forte o più alta o più grassa o più intelligente ecc. sulla faccia della terra o di avere trovato il segreto della vita o l’algoritmo sul comportamento umano non ha che da dimostrarlo per convincere.

Al contrario, se pretende ad esempio di persuadere i suoi ascoltatori che condizione necessaria e sufficiente per fare crescere l’economia e quindi il benessere della popolazione è  una redistribuzione delle ricchezze o, spingendosi molto oltre, quale è il sesso degli angeli o che Dio ha detto cosa si può fare e cosa no (come se lui l’avesse conosciuto personalmente e, dopo averne interpretato correttamente il  pensiero, gli fosse stato affidato l’incarico di divulgarlo al popolo), o che l’Islam non è il mondo violento rappresentato da qualcuno, beh questo lo vedo… diciamo arduo!

Nonostante ciò ci sarà sempre una moltitudine  che crederà. Questa moltitudine rappresenta il pane per l’esistenza dei presuntuosi e del suo proliferare.

Il problema diventa oltremodo grave allorché la presunzione è accompagnata dalla ipocrisia. E’ noto, infatti, che, oltre ai presuntuosi in buona fede, una fetta rilevante è rappresentata da ipocriti, da imbonitori, da lestofanti, da truffatori ecc. maestri nel giocare con la dabbenaggine del popolo bue. Chi, per sua natura, è scettico, è invitato di tentare di creare una stretta amicizia con un religioso o un politico o un venditore e, per incanto, scoprirà un nuovo mondo e si sputerà in faccia per la propria stupidità!

PROBLEMI

Flickr

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E’ certo che si tratta di un termine tra i più usati ed anche a livello internazionale è più o meno simile (inglese, francese, tedesco, russo ecc.). E’ certo che non esista chi non ne abbia mai avuti o non abbia manifestato di averne; il problema non è correlato all’età, allo strato sociale, alla condizione di salute. E’ stupido, riduttivo ed ignorante l’assunto che i problemi non attengano ai ricchi; se ne parla a sufficienza in altra parte di questo scritto e, comunque, una gamba rotta o l’indifferenza della donna amata può rappresentare un problema sia per il ricco che per il povero.

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RISPETTO

rispetto

Mattia Belletti(Flickr)

E’ auspicabile maggiore  rispetto per il prossimo nel senso più ampio del termine. Il prossimo, in quanto essere umano, ha diritto di avanzare diritti e di pretendere rispetto dagli altri, così come ha il dovere di assolvere doveri e di rispettare gli altri. Se non siamo omofobi, né razzisti, né classisti, il discorso vale a tutti i livelli. Ad esempio avere vicino, conversare, lavorare, giocare con un nero, con un gay, una prostituta, un drogato, un alcolizzato, un rom, e quant’altri ci potrà forse creare problemi estemporanei di adattamento o disagio a causa delle eccessive differenze culturali, di educazione, di modi di pensare, di porsi, perfino di odori forti e poco gradevoli di pelle, di sudore, di sporco, in particolare se il rapporto si consuma in spazi ristretti, ma si tratta pur sempre di problemi sostenibili.

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SCALE

scale

Dominio alves(Flickr)

Qui non interessano le scale a pioli, le gradinate o le scale mobili. Vogliamo soffermarci un attimo sulle scale personali: quella dei valori, quella dei desideri, quella delle cose amate o odiate, quella delle priorità e così via. Mentre la scala del dolore, con tutte le sue sfumature in relazione alla diversa sensibilità dei singoli, può essere stilata dagli specialisti, le scale personali sono assolutamente uniche e si differenziano da un individuo all’altro in modo più o meno marcato. In base a ciò che è stato detto su dna, doti individuali, ambiente e condizioni sociali, ognuno di noi è perfettamente caratterizzato, è un essere unico e tale rimarrà, con alcune varianti, nel corso della vita. E’ consequenziale che ciascuno conservi nell’intimo personalissime scale che lo distinguono dai suoi simili. E’ sufficiente infatti sbizzarrirci con la fantasia per approntare decine di scale personali, che, confrontate con le scale di nostri amici, ci confermeranno la nostra unicità. Il raffronto ci consentirà anche di valutare le compatibilità tra noi e gli altri.

Una caratteristica delle scale è quella del loro rapporto con il tempo. Richiamando quanto già scritto alla voce felicità spesso tendiamo a collegare i valori con ciò che ci interessa, che speriamo di raggiungere: ad esempio l’età giovanile è fortemente caratterizzata dalla propensione alla socializzazione, alle amicizie, agli amori, al disimpegno mentale, elementi tutti che rappresentano mediamente la scala tipo delle cose amate; e così per ogni fascia di età. Alla variabilità in funzione del tempo è ovviamente soggetta la scala delle priorità quotidiane, ma ad essa non sfugge nemmeno la scala dei valori interiori.

C’è qualcuno che ritiene le scale non soggette all’egoismo?