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GUERRA E PACE

guerra e pace

Roberto Ferrari(Flickr)

Si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra) è una locuzione tratta da un’opera latina che, in sostanza, sostiene la tesi di un’inevitabile armamento di singolo o di stati come deterrente ai conflitti con terzi. Non si può non condividere l’idea di pace fornita dallo Spinoza quando dichiara che “ la pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia”. Su questa opinione si è certi di essere in buona compagnia di tantissimi altri “fanatici” della pace esistenti in ogni angolo della terra.

Ma le guerre ad ogni livello, avviate anche senza motivo (ove mai ne esistano di giustificabili) sono la prova più tangibile che non tutto il genere umano ha la identica idea sul tema. E’ proprio la secolare comprovata esistenza del male in ogni dove che giustifica una più radicale ed estrema difesa della pace con ogni mezzo. La mia radicalità sul pacifismo, sul rispetto umano, ma anche inflessibilità verso ogni forma di violenza: assoluta. Quei films che narrano di reazioni difensive spropositate, quando non vendicative, di gente pacifica ed onesta che è stata privata delle persone più care, non fa altro che tradurre ed assecondare i sentimenti umani, tant’è che il pubblico esce soddisfatto dalla sala!

Nel discorso della montagna Gesù disse: “Non resistete a chi è malvagio; ma a chi ti schiaffeggia sulla guancia destra, porgi anche l’altra” con ciò intendendo non già di non difendersi in caso di aggressione, ma di evitare di reagire in caso di semplice provocazione. Ma una interpretazione farebbe pensare che il suo discorso si sia reso necessario per limitare il desiderio di vendetta che spesso veniva posto in essere da tanti che avevano strumentalizzato la frase biblica “occhio per occhio dente per dente” (così detta legge del taglione). Parrebbe assennato condividere entrambe le locuzioni, che non sono per niente antitetiche.

Sull’argomento guerra vale la pena di citare una certa scuola di pensiero secondo la quale si attribuirebbe alla guerra la funzione di valvola di sfogo di tutte le angosce psicotiche, le manie di persecuzione, le depressioni, i complessi vari, e quant’altro ricavabile dai manuali psichiatrici, onde per cui “gli ammalati” singoli e di gruppo possano consumare e scaricare sul nemico di turno i propri complessi. La guerra sarebbe insomma una medicina collettiva! Si traduce per come si capisce: in parole povere, questi psicopatici si inventano una guerra, se la perdono ne intraprendono un’altra e così via, se la vincono, raggiunta una tregua o la pace, se ne inventano altre… solo per curarsi. E’ una teoria. Ma la sostanza rimane: le guerre ci sono sempre state, ci sono oggi, ci saranno domani indipendentemente dai motivi: siano essi religiosi, politici, di potere, personali ecc. e quando un singolo, una comunità, un gruppo etnico, uno stato è attaccato, se vuole evitare di soccombere, di essere sottomesso, di estinguersi, naturalmente è costretto a difendersi o a chiedere aiuto! Poco importa quali siano i motivi per cui, ad esempio, l’IS decapita, crocifigge, lapida, violenta donne, massacra bambini e tratta schiavi o se il jiadista di turno posta in rete orgogliosamente la foto del proprio figlioletto di pochi anni che regge la testa mozzata di qualcuno. Importa solo intervenire. In casi particolari si può essere pacifisti intransigenti, ma è gioco forza rispondere con altrettanto estremismo. La tecnica di mostrare l’altra guancia è meravigliosa, ma vale solo nei rapporti umani, non tra uomo e bestia. La bestia non ha niente da perdere, l’uomo si. Se l’uomo vuole difendersi e rendere inoffensiva la bestia, ha una sola possibilità: disorientarla, dimostrare di essere decisamente più forte e, se non basta, terrorizzarla, mostrarle di essere crudele e disumano quanto e più di lei, distruggendola o rendendola inoffensiva definitivamente!

A termine dell’argomento si propone un altro punto di vista. Il motivo delle guerre e di tutte le storture umane in genere oltre che dei disagi sociali sono attribuibili esclusivamente all’imperfezione umana. La soluzione ai problemi andrebbe ricercata operando su tre fronti: 1) La stabilizzazione del cervello o condizionamento cerebrale (leggere l’argomento relativo al cervello); 2) La scolarizzazione mirata all’insegnamento uniformato dei principi elementari di convivenza civile e pacifica tra le genti, del rispetto, dell’amore, del reciproco scambio (leggere l’argomento relativo a scuola); 3) Questo punto, evasi i primi due, in teoria non sarebbe necessario. Tratta comunque dell’avvio di politiche serie finalizzate all’eliminazione degli sprechi e della spesa pubblica inutile per eliminare la disoccupazione e la sottooccupazione oltre che il debito pubblico (leggere l’argomento relativo alla politica). Tralascio volutamente l’ulteriore fronte : quello della religione, perché ci porterebbe lontano.

Relativamente all’egoismo: evidentemente egoista è chi vuole la guerra, gli armaioli, i guerrafondai, gli espansionisti, gli estremisti religiosi, e quanti altri per i motivi più disparati, inconcepibili a menti normali. Egoista è il pacifista convinto, chi disdegna la sola idea della guerra qualsiasi sia il motivo, anche il più nobile, chi rifiuta le morti e tutti i problemi e le conseguenze delle guerre.

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