INTELLIGENZA
L’intelligenza è valutata da alcuni studiosi come geneticamente determinata, da altri invece come condizionata dall’ambiente, nella sua più ampia accezione. Si è concordi con la prima ipotesi anche se convinti che la stessa, entro certi limiti, possa essere esercitata al suo sviluppo. Se, per esemplificare, distinguiamo solo tre livelli di intelligenza, bassa(I1),media(I2),alta(I3), la logica porterebbe a pensare, né credo esistano prove che confutino tale tesi, che: a) un individuo nato con un dato livello intellettivo e cresciuto nelle condizioni più ostili (senza educazione familiare né studi e lontano dalla civiltà), idoneamente educato potrà recuperare e raggiungere il massimo ammissibile del suo livello, quello cioè che avrebbe espresso se cresciuto in ambiente ottimale; b) un individuo di un determinato livello e cresciuto in condizioni ottimali potrà anche superare l’individuo di livello superiore cresciuto in condizioni opposte. A maggior ragione si dovrebbe pensare lo stesso per due gemelli monozigoti o no. Come per l’egoismo anche per l’intelligenza, costituzione genetica ed ambiente sono coprotagonisti.
Recenti ricerche hanno messo in rilievo che non esiste una sola intelligenza. Tempo addietro si era soliti valutare il grado di intelligenza con il famoso IQ; oggi si tende a distinguere diversi tipi di intelligenza. A mio vedere se ne possono individuare cinque ambiti : la teorica/astratta o problem solving, che misura il livello di intuizione per dare risposta a quesiti generici; la pratica/operativa che misura la predisposizione alla risoluzione pratica di un problema; la artistica, che misura l’estro creativo e l’inventiva nell’arte; la linguistica, da cui deriva la predisposizione e la facilità per il soggetto interessato a parlare e scrivere correttamente più lingue straniere; la matematico/logica. L’intelligenza professionale, che misura la sensibilità nel proprio campo lavorativo (si pensi al magistrato, all’avvocato, al medico ed a tutti quelli che esercitano professioni che coinvolgono particolarmente la serenità, la salute, la sensibilità dei soggetti coinvolti) potrebbe essere ricompresa nella intelligenza pratica/operativa. Naturalmente non può escludersi la contemporanea presenza di più tipi di intelligenza specifica nel medesimo soggetto.
La concisa catalogazione di cui sopra è personale; sul web si trova di tutto e di più, ma, comunque venga ipotizzata e suddivisa, è certo che l’intelligenza varia nel tempo: non è unicamente ereditaria, ma è legata all’apprendimento ed alla esposizione degli stimoli all’ambiente.
Ora ci si augura di riuscire a far riflettere su quanto sia importante l’intelligenza. Riferiamoci per semplicità alla intelligenza generale, non a quelle tipiche suaccennate. Soffermiamoci nello specifico all’I1. Chi è dotato di intelligenza medio alta non ha certi problemi. L’I1 è purtroppo condannato a non comprendere tantissime cose che avvengono attorno a lui. Ricordo quella volta che dovetti parcheggiare temporaneamente l’auto quasi a sfiorare la parete esterna di una caserma cc, dal lato guida, e quindi costretto a scendere dal lato opposto. Dieci secondi dopo un carabiniere mi si avvicinò e mi chiese di spostare l’auto? no; patente e libretto per verbalizzare? no; solamente come avessi fatto ad uscire dall’auto! Solo un caso simpatico: tanto rispetto per la benemerita.
Considerazione: Non si condanni chi ha avuto la sfortuna di una intelligenza inferiore; non è opportuno deriderlo, almeno apertamente, né imprecare nei suoi confronti, né litigarci per le inevitabili incomprensioni che possono verificarsi a seguito di un evento spiacevole: l’altro non capirà o sarà convinto che non capite niente voi! Difatti, mentre un I2 ed un I3 possono convincersi e cambiare opinione a seguito di fruttuoso confronto (forse), per i I1 vale la pena di riportare l’aforisma di Oscar Wilde secondo cui solo gli stupidi non cambiano mai idea (il mio aforisma è più prosaico ma ugualmente efficace: il coglione ha sempre ragione)! Piuttosto si deve trovare la forza di relazionarsi con lui alla stessa stregua di come non può non fare il medico con il paziente, il sano con il demente, il sensibile con l’insensibile, il ricco con il povero. Con le maniere dovute, l’altro capirà. Forse.
D’altronde il rapporto continuo o casuale con tipi I1 spingerebbe a credere che esista un livello intellettivo di discrimine, di fondamentale rilevanza, al di sotto del quale gli individui non possiedono la percezione né la consapevolezza del proprio status, con la conseguenza di negare evidenze e realtà e con impossibilità di relazionarsi con gli altri. Al contrario, gli individui che si trovano al di sopra di tale livello, possedendo tale consapevolezza, si lasciano guidare da coloro che riconoscono più intellettivamente dotati. O forse è il contrario!?
Di recente ho avuto l’audacia di leggere Il cigno nero: l’avevo acquistato per curiosità del titolo poi perché definito da Fortune uno dei libri più intelligenti di tutti i tempi. Si tratta di un volume di ben 380 pagine fittissime (di cui quasi 40 di bibliografia!) che, ad una prima lettura, velocissima perché non si vede l’ora di terminarlo, appare come il classico mattone, poi però lascia parecchio riflettere su numerosi argomenti, uno dei quali è quello di non dare per scontato che l’esperto abbia sempre ragione sull’ignorante.
Così ho svelato il motivo che mi ha incoraggiato a scrivere !
Tuttavia non può escludersi che un individuo dall’intelligenza superiore sia anche un insensibile ed un egoista tipo 2, ne tanto meno un presuntuoso; ciò comporterà verosimilmente la eventualità di essere incapace di comprendere una persona molto sensibile e/o egoista. Sembrerà impossibile, ma è proprio così: un I3 EGO2 S1, che non ha problemi di soldi, di salute o altri, quasi certamente non comprenderà chi presenta i citati problemi! E, se poi è anche presuntuoso? Quindi c’è da fare attenzione: non bisogna confondere intelligenza con sensibilità ed egoismo. Una persona molto intelligente può essere(purtroppo) insensibile, egoista, presuntuosa, a tal punto da non avere consapevolezza di propri limiti o errori! Ho aggiunto “purtroppo” giacché tali limiti ne azzererebbero la qualità.
Capitolo a parte merita la furbizia. Non la confonderei né con l’intelligenza nella sua accezione più classica né con l’astuzia. Sono propenso a ritenerla come sottospecie dell’intelligenza, nel senso di non potere escludere che una persona molto furba sia al contempo anche molto stupida, cosa che non mi sentirei di dire per una molto intelligente: un genio alla Einstein sarà piuttosto uno sbadato, un ingenuo ma non un imbecille. Assimilerei la furbizia anche alla poca cultura, mentre l’astuzia la sento più vicina sia all’intelligenza che alla cultura. La distinzione vera per attribuire o meno positività a furbizia ed astuzia è il fine del suo uso, in relazione alla circostanza cioè se si utilizza per fini (sempre egoistici ovviamente) senza nuocere al prossimo o meno. Nei casi peggiori, infatti, i danni arrecati dai furbi, dai lestofanti ecc. non sono limitati alle gesta operate, ma vanno ben oltre, si estendono, facendo da eco, con la concreta conseguenza di bloccare o svilire iniziative umanitarie lodevoli. A chi non è successo ad esempio di aver versato contributi ad onlus e simili o operato adozioni a distanza per scoprire in seguito che le associazioni erano scatole vuote ed i responsabili degli squallidi profittatori?
Fino a poco tempo fa mi illudevo che la I1 (o imbecillità) rappresentasse una porzione infinitesima della intelligenza umana, finché la verità non è stata posta in luce da facebook e social vari!
Concludo asserendo che, in una ipotetica competizione, il super intelligente l’avrebbe vinta sull’intelligente, il super stupido sullo stupido.
Egoista è l’intelligente che utilizza, giustamente, le capacità che possiede per i propri fini, ma anche quando si finge cretino lo fa sempre per motivi opportunistici.
AFORISMI
-Gli uomini possono dividersi in due categorie: quelli aperti detti acuti e quelli chiusi chiamati ottusi. Gli angoli hanno preferito chiamarsi al contrario
-Nel mondo dei numeri esistono i multipli e i sottomultipli – Nel mondo della produzione esistono i pezzi fatti a mano, quelli di serie da catena di montaggio e quelli sottodimensionati purtroppo non riciclabili – Anche nel mondo umano
-Nelle discussioni chi è a corto di argomenti ha due strade: l’intelligente silenzio o l’ignorante offesa
–Nella vita più fai lo stupido più conosci il prossimo
-Meglio stupidi e sinceri che finti e falsi
-Fra i tanti treni che ci passano davanti si confondono quelli speciali, assegnati a ciascuno nella vita. Il bravo sa riconoscerli e se li prende al volo, lo stupido no e se la prende con la sfortuna
-E’ divertente beffare chi ha tentato invano di farlo con noi – E’ arduo competere con chi è più intelligente e colto – E’ eroico superare chi è più stupido e ignorante
-E’ più interessante la sfida tra veri stupidi e finti intelligenti che tra veri intelligenti e finti stupidi