RISPETTO
E’ auspicabile maggiore rispetto per il prossimo nel senso più ampio del termine. Il prossimo, in quanto essere umano, ha diritto di avanzare diritti e di pretendere rispetto dagli altri, così come ha il dovere di assolvere doveri e di rispettare gli altri. Se non siamo omofobi, né razzisti, né classisti, il discorso vale a tutti i livelli. Ad esempio avere vicino, conversare, lavorare, giocare con un nero, con un gay, una prostituta, un drogato, un alcolizzato, un rom, e quant’altri ci potrà forse creare problemi estemporanei di adattamento o disagio a causa delle eccessive differenze culturali, di educazione, di modi di pensare, di porsi, perfino di odori forti e poco gradevoli di pelle, di sudore, di sporco, in particolare se il rapporto si consuma in spazi ristretti, ma si tratta pur sempre di problemi sostenibili.
Non ci si stanca mai di invitare chicchessia a tentare di trarre sempre e comunque beneficio da ogni esperienza vissuta, anche la più dolorosa. E’ sufficiente infatti riflettere sul fatto che l’esperienza di per se possiede intrinsecamente del positivo, in quanto va ad arricchire il protagonista e contribuisce alla costruzione della sua maturità.
Per quanto mi riguarda posso dire che le situazioni strane, per lo più casuali, ma a volte volute, in cui mi sono imbattuto nel corso degli anni non mi hanno cambiato la vita, non mi hanno reso ricco né potente o famoso, ma non mi hanno nemmeno causato problemi né fisici né esistenziali. Mi hanno però sempre arricchito un po’. Ho scoperto realtà sconosciute, usanze strane, concezioni di vita insolite, talvolta mi hanno aperto gli occhi a subodorare e di conseguenza evitare circostanze spiacevoli.
Se siamo soli, ad esempio, non dovrebbe rappresentare un problema invitare al nostro tavolo per una pizza l’extracomunitario simpatico ed educato che vuole venderci la rosa o il cd musicale, oppure dare un passaggio con l’auto a chi ci appare manifesto ne abbia bisogno, sia essa una persona ben vestita o meno, in generale non dovremmo astenerci dall’aiutare chiunque nel caso del bisogno. Certamente, proprio per le diversità abissali con determinate categorie, ognuno di noi annovererà tra gli amici e frequenterà solo le persone che più gli interessano, che più lo fanno star bene, che più sente vicine o simili a se stesso. E’ lapalissiano che i ricchi ed i poveri, i colti e gli ignoranti, gli intelligenti e gli stupidi, i savi ed i matti si sentiranno più a loro agio con i propri simili. Ma una cosa è l’amicizia, la frequentazione, una cosa la solidarietà, che, in linea di principio, non va negata a nessuno.
Un problema sorge allorquando i protagonisti, per livello culturale, stato sociale, religione, latitudine, hanno visioni differenti sul termine. Generalizzando azzarderei a ritenere che, alle nostre latitudini, il rispetto è sentito da una persona in modo direttamente proporzionale al suo livello socioculturale, al suo grado di religiosità ed al suo livello di egoismo. Quanto più si scende di livello tanto più il concetto assume una connotazione particolare, identificandosi con l’essere dell’individuo. Uno scienziato rispetterà i suoi colleghi, seppur in modo differenziato, ma, in quanto essere acculturato, farà lo stesso con la gente comune (anche se su questo non ci giurerei; ad esempio un famoso aforisma di Einstein, da me parafrasato nel capitolo aforismi, recita: ci sono due cose infinite, l’universo e la stupidità umana…, non fa che mettere in rilievo, senza che ce ne fosse alcun bisogno, la sua grandezza rispetto agli altri). Il ladro patentato dileggerà la gente stupida e ingenua, ma rispetterà un suo pari o di superiore carisma o abilità professionale. Analoga visione è quella del furbastro nei confronti dei creduloni. Rientra infine in certe religioni ed in chi si identifica nell’ EGO1 il rispetto per il prossimo.
Il motivo del rispetto è semplice. Il rispetto è un valore assoluto, fondamentale, è linfa vitale per il vivere civile. Rispetto vuol dire riconoscimento del prossimo, del suo essere, dei suoi diritti e dei suoi meriti. Ognuno è o agisce perché gli sta bene così. Quindi, se pretendiamo di essere rispettati, dobbiamo rispettare. In virtù di questo supremo principio, NESSUNO deve nuocere a NESSUNO. Il mio unico estremismo? Non tollerare estremismi, radicalismi, violenze, malversazioni, ingiustizie.
Sembra un banale concetto, in realtà il rispetto rappresenta il cardine del secondo assioma citato nel capitolo DNA: l’armoniosa coesistenza con gli altri esseri umani. Sarebbe sufficiente farne un credo universale e tutto cambierebbe! Purtroppo così non è e ciò, che scambiamo banalmente per naturale refrattarietà di tanta gente all’apprendimento e comprensione dei complessi algoritmi del vivere civile e del rispetto del prossimo, è in realtà la risultanza delle doti portate dal dna, dello stato sociale, della religione, dell’età.
Sulla terra si parlano oltre 6000 lingue, si osservano più di 30.000 tra religioni e dottrine varie, si seguono decine di teorie politiche; è chiaro che se lingua, religione e politica fossero uniche ne conseguirebbe una comprensione globale. Fin qui l’utopia. Ma, se al di là delle preferenze di ogni essere umano si ponesse al centro di tutti l’osservanza di regole minime universali, indispensabili al quieto vivere, si perseguirebbe il sopra citato secondo assioma. Non si vuole imporre una lingua, una religione, una politica nè tanto meno regole uniche per tutti, ma più semplicemente: più libertà di pensieri ed azioni per tutti: PURCHE’ nessuno nuoccia al suo prossimo fisicamente, moralmente ed economicamente. Regola che si antepone agli idiomi, agli usi, ai costumi, alle religioni, alle politiche. Utopia? Per niente, credo piuttosto in un sogno realizzabile, se non con la inevitabile presa d’atto da parte dell’ONU dell’ingovernabilità, delle ingiustizie, delle violenze, della fame in mezzo mondo, certamente attraverso il condizionamento celebrale di cui al capitolo “cervello”. Ora che vi ho fatto ridere a crepapelle pensatemi più spesso!
Ai fini egoistici? Chi nutre rispetto è egoista, ritenendo evidentemente di soddisfare appieno, con la sua filosofia di vita, il secondo assioma: l’armoniosa coesistenza con gli altri esseri viventi. Naturalmente egoisti sono tutti quelli che, per i più diversi motivi ed ai più svariati livelli, siano essi contingenti o meno, si disinteressano del prossimo, quando non lo sfruttano o lo danneggiano.
AFORISMA: Un’ideologia è tanto più credibile quanto più è rispettosa del prossimo, priva di violenze nei suoi confronti e di interesse per i suoi beni