Introduzione
Sensibilità Pregio o difetto? Dote o dannazione? Sembra una domanda retorica. Non è così! E’ bene distinguere intanto la sensibilità artistica da quella personale, comportamentale. La sensibilità artistica sembra ormai scomparsa. Da secoli non si vedono opere eccelse, riferimenti assoluti, unicità; dobbiamo accontentarci di godere di quel poco che fortunatamente ci è rimasto del passato. Ciò vale per la musica, la pittura, la letteratura, la narrativa, ecc. Ritorneranno i geni? E un nuovo rinascimento? E’ vero che i nostri antenati non erano certo distratti da tutte le comode “diavolerie” moderne. Oggi non può esserci spazio per tutto ciò che scaturisce dalla sensibilità, termine quasi scomparso dalla comune terminologia. La tecnologia e la scienza la fanno da padroni, ed è naturale ed auspicabile che progrediscano nel tempo a beneficio dell’umanità. Ma che prezzo si sta pagando per questa evoluzione!
Non necessita chiarimento circa la preferenza di una vita vissuta in piena salute rispetto a quella costellata da malattie. In ogni caso è indispensabile fare delle annotazioni. Tanti, infatti, anche in età avanzata, riconoscono di non essere stati mai soggetti a malattie particolari, tanto meno debilitanti o condizionanti la propria esistenza, né di avere fatto accesso negli ospedali neanche da visitatori. Purtroppo solo pochi sono consapevoli di questa fortuna, i più ritengono infatti del tutto normale che i problemi accadano agli altri. Sembra incredibile, ma è proprio così.
Infinitamente più che in passato, ai nostri giorni l’aspetto esteriore è diventato fondamentale, soprattutto nella fascia dei più giovani, anche se gli adulti non ne sono esenti. L’oggi è pienamente rappresentato, oltre che dalla tecnologia e da internet, dall’apparire, dall’immagine. Se di questo non se ne fa un uso appropriato, ma resta l’unico lato oggetto di cura, non è banale affermare che non va bene, perché estremamente limitativo in considerazione delle molteplici potenzialità esprimibili dall’individuo. Una persona che dedica la propria esistenza esclusivamente alla cura del corpo e del fisico, cioè dell’immagine, forse diventerà l’idolo degli adolescenti, forse diventerà un buon indossatore, otterrà notorietà, potrà mantenersi per qualche periodo finché non sarà “passato di moda”. Poi sarà capace di reinventarsi? Comunque andrà è innegabile che il nostro, sfruttando il momento favorevole, migliorerà teoricamente, le proprie condizioni di vita ed acquisirà sicurezza derivatagli dalla certezza di piacere o dalla notorietà, particolare che ne condizionerà il carattere.
Stesso discorso dell’aspetto esteriore vale per la fisicità, intendendo per questa il culto esasperato e ricercato per la bellezza del corpo, che si tende a modellare in base alle finalità che si sono prefissate: culturismo, boxe, lotta, pura estetica ecc. Lo stesso dicasi per quanto riguarda l’influenza sul carattere.
È ovvia l’importanza che assume la condizione economica, quella sociale e l’educazione di base per un bambino. Come accennato in precedenza, dissertando sull’intelligenza, un gemello omozigoto, cresciuto presso qualche tribù africana, la cui massima espressione tecnologica è rappresentata dalla lancia e quella religiosa dal totem e dove l’età massima dei suoi abitanti non supera i 40 anni, è perfettamente simile fisicamente e nella dotazione interna al gemello cresciuto presso una ottima famiglia di una nazione evoluta, ma la sua crescita, a parte forse quella squisitamente fisica, rimarrà stazionaria, mentre il fratello più fortunato sarà in grado a dieci anni di parlare più lingue, conoscere l’arte, chattare ecc., ed a 40 anni, quando forse il fratello “africano” sarà già morto, perverrà verosimilmente all’apice della carriera lavorativa. Non può quindi sfuggire l’incidenza fondamentale dello status socio economico e dell’ambiente alla nascita di un individuo. Non può cioè disconoscersi il contributo migliorativo o meno che ne deriva, o ne dovrebbe derivare a livello di benessere psicofisico generale, ma anche a livello culturale e intellettivo. Ma non è certo solo l’aspetto economico in sé che determina la differenza tra tipi.
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