scale
Qui non interessano le scale a pioli, le gradinate o le scale mobili. Vogliamo soffermarci un attimo sulle scale personali: quella dei valori, quella dei desideri, quella delle cose amate o odiate, quella delle priorità e così via. Mentre la scala del dolore, con tutte le sue sfumature in relazione alla diversa sensibilità dei singoli, può essere stilata dagli specialisti, le scale personali sono assolutamente uniche e si differenziano da un individuo all’altro in modo più o meno marcato. In base a ciò che è stato detto su dna, doti individuali, ambiente e condizioni sociali, ognuno di noi è perfettamente caratterizzato, è un essere unico e tale rimarrà, con alcune varianti, nel corso della vita. E’ consequenziale che ciascuno conservi nell’intimo personalissime scale che lo distinguono dai suoi simili. E’ sufficiente infatti sbizzarrirci con la fantasia per approntare decine di scale personali, che, confrontate con le scale di nostri amici, ci confermeranno la nostra unicità. Il raffronto ci consentirà anche di valutare le compatibilità tra noi e gli altri.
Una caratteristica delle scale è quella del loro rapporto con il tempo. Richiamando quanto già scritto alla voce felicità spesso tendiamo a collegare i valori con ciò che ci interessa, che speriamo di raggiungere: ad esempio l’età giovanile è fortemente caratterizzata dalla propensione alla socializzazione, alle amicizie, agli amori, al disimpegno mentale, elementi tutti che rappresentano mediamente la scala tipo delle cose amate; e così per ogni fascia di età. Alla variabilità in funzione del tempo è ovviamente soggetta la scala delle priorità quotidiane, ma ad essa non sfugge nemmeno la scala dei valori interiori.
C’è qualcuno che ritiene le scale non soggette all’egoismo?
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